La proposta per il nuovo parco si fonda sulla lettura e reinterpretazione dell’evoluzione storica, evidenziando tracce e relazioni, che diventano materia prima di progetto.
L’acqua, elemento fondamentale per il disegno di paesaggio, è la linea direttrice, che struttura in modo chiaro e con un disegno contemporaneo il progetto per il Parco Urbano.
Da un lato, si indaga attraverso i segnali evidenti della vegetazione esistente per riportare alla luce la struttura idrica principale, che caratterizzò la rocca da oltre la metà del ‘600 in poi: il lago.
Dall’altro, si rivitalizza il canale, limite naturale dell’area di intervento, attraverso semplici operazioni di valorizzazione dei corrispondenti impianti vegetali, che costituiscono l’identità del luogo.
Si definisce così il palinsesto dell’organizzazione successiva del progetto.
Obiettivo principale della proposta è quello di trasformare l’area di pertinenza del Castello in Parco urbano, differenziando l’offerta programmatica, in modo da soddisfare le esigenze di tutte le fasce età della popolazione locale. Un supporto polivalente per spazi per il gioco, il tempo libero e lo sport; un’area a prato per spettacoli all’aperto, fiere e eventi collettivi. Un programma ricreativo, attento a dinamizzare la vita sociale degli abitanti di Nogarole Rocca e dintorni.
La vegetazione confina le aree con programmi specifici relazionati con le funzioni interne del castello.
L’accesso al Castello è disegnato come una ‘promenade’ in asse con la struttura urbana. Un continuum naturale, enfatizzato dalla densa vegetazione arborea proposta, che condiziona lo sguardo del visitare verso il manufatto architettonico. La terra stabilizzata della corte interna è usata come materiale di dialogo tra la natura del parco e la pietra degli elementi architettonici. Per il Parco
della Rocca si propongono due tipi di percorrenze. Una più strutturata e condizionata, lungo le sponde del canale, l’altra più libera ed informale.La prima è una linea a quota costante, un struttura
lignea, appoggiata al terreno, che da un lato usufruisce della ricchezza floristica del canale e dall’altro offre una visuale prospettica sempre differente e a 360 gradi del castello.
Percorso dinamico che, a volte, attraversa la vegetazione esistente e proposta e, a volte, si apre alla vista del castello. In punti chiave del parco, si trasforma, allargandosi e diviene momento di pausa.
La circolazione libera è assicurata, invece, da una superficie continua, omogenea: il prato, che ricalca il tracciato delle preesistenti funzioni (da una corografia del 1879).
La zona dello sport e degli eventi all’aperto sono individuati dal boschetto del pioppo bianco. Un equipaggiamento leggero costituito da sedute per lo step, macchinari per l’esercizio fisico, una
superficie libera per sport collettivi o eventi all’aperto.
La zona per la lettura e lo stare disegnata dalla fioritura dei ciliegi. Zona ampia soleggiata, che gode dell’esposizione favorevole a sud-ovest.
La superficie di prato per le fiere è collegamento diretto con l’edificio e può costituirsi come una zona indipendente dal resto del parco.
Giochi da tavolo e attività per la terza età nel boschetto del pioppo nero. Una piattaforma lignea con tavoli e sedute in sequenza stimola l’appropriazione libera e di gruppo per l’interazione sociale degli abitanti.
La vegetazione svolge un ruolo fondamentale per la definizione formale e funzionale del Parco. Il primo passo è il riconoscimento della matrice verde esistente e la sua valorizzazione. Si propone
quindi di mantenere la vegetazione ripariale esistente e di valorizzarla, attraverso operazioni di incentivazione alla rigenerazione naturale. Si prevede la piantumazione di specie pioniere autoctone
che permetteranno, a basso costo, lo sviluppo di questo delicato ecosistema.
Si prevede la piantumazione concentrata ed in gruppo di Populusa alba, Populus nigra per la definizione di ‘micro-luoghi’ all’interno del parco. Entrambe specie autoctone, con crescimento
rapido e di grande valore estetico. L’uso del Salix spp, ulteriore specie idrofila, all’estremità del lago ne definirà il limite e contribuirà a costituire la dimora della fauna di questo ambiente acquatico. La Tilia cordata, usata in allineamento forza la struttura assiale dell’entrata al parco. Il Prunu avium piantumato in quadricola richiama l’antico ‘brolo’, frutteto.Trattasi di piantumazioni puntuali, mirate alla costituzione di ambienti all’interno del parco, atmosfere speciali che arricchiscono, dal punto di vista floristico il parco e, al contempo, inquadrano sistematicamente il programma inserito al suo interno.
Un’unica radura centrale, adatta ad alte frequentazioni, costituisce la superficie continua di prato a basso costo manutentivo.
L’irrigazione è garantita da un unico circuito, prevista per il periodo di installazione delle alberature non strutturate di nuovo impianto, e per l’eventuale aspersione dei prati, nel caso di periodi di siccità.
Entrambi gli elementi, significativi per la ricostituzione dell’identità storica del luogo, arricchiscono la biodiversità del Parco della Rocca.
Il disegno del lago e del canale subi’ una serie di vicissitudini formali durante secoli di mutamenti, cristalizzandosi verso il 1670. Sarà proprio questa forma ad essere selezionata, riproposta ed infine reinterpretata. Il sistema idrico contribuisce notevolmente all’arricchimento della vita del parco, alla resilienza ecologica dl luogo, offrendo diverse possibilità di utilizzazione. Circondati da vegetazione ripariale ed equipaggiati con arredi, si destinano alcune aree a attività ludiche e per lo stare. Piccole imbarcazioni permettono il contatto ravvicinato con l’acqua del lago.
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